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Problemi sensoriali

 


 
TIPOLOGIA DEI DISTURBI
A cura di Emanuela Rullo, Psicologa,
Centro Documentazione Educativa di Cesena
e Paola Visconti, Neuropsichiatra Infantile, Ambulatorio Autismo,
Ospedale Maggiore di Bologna

 


 
 

I problemi sensoriali rappresentano un altro fattore che caratterizza i Disturbi dello Spettro Autistico.
Secondo Rogers, Hepburn, Wehner (2003) a partire dagli Anni Sessanta nell'ambito del Disturbo Autistico è stata rilevata una serie di risposte comportamentali insolite a stimoli sensoriali. La presenza di queste atipicità non rappresenta attualmente un criterio necessario ai fini diagnostici (era stato introdotto con il DSM-III), malgrado il fatto che genitori ed operatori che hanno in carico persone autistiche riportino frequentemente anomalie in questo ambito. Infatti, le anormalità sensoriali rivestono un ruolo importante nella vita delle persone autistiche, accanto alle difficoltà comunicative e sociali.
I sistemi sensoriali di cui siamo forniti ci permettono di acquisire le informazioni necessarie per agire, interagire e comprendere il mondo esterno e sono alla base dell'apprendimento. Le difficoltà delle persone autistiche ad inserirsi nel nostro mondo potrebbero pertanto essere ascritte a sovra e sottostimolazioni dei vari sistemi sensoriali (per es. un suono debole avvertito con particolare intensità o un tocco, una carezza sperimentati come la pressione esercitata da carta vetrata). Da qui discende la frase di Temple Grandin (2002), (una persona autistica ad alto funzionamento, che insegna Scienze del comportamento animale all'Università del Colorado e progetta attrezzature per la zootecnia): "le persone con gravi problemi sensoriali hanno enormi difficoltà a comprendere come sia la realtà" .
Una serie di studi (Ornitz, Guthrie, Farley, 1977,1978; Volkmar, Cohen e Paul, 1986) esaminati da O'Neill (1995) forniscono prove della presenza di disturbi sensoriali nel 70-80% delle persone autistiche.
Goldstein (2000) sostiene che i sintomi sensoriali siano stati poco studiati rispetto ad altri aspetti del Disturbo Autistico.
Nella letteratura sono stati considerati da due prospettive (O'Neill e Jones, 1997):
1) i resoconti e le autobiografie di persone autistiche, generalmente ad alto funzionamento;
2) le ricerche psicologiche.
Dai resoconti si evince che sono implicati tutti i cinque sensi: vista, udito, tatto, olfatto, gusto e la sensibilità cinestesica e propriocettiva.
Esistono delle differenze individuali nella gamma e nella severità di questi problemi, tuttavia le principali anormalità possono essere sintetizzate nel seguente modo:
- ipo e ipersensibilità agli stimoli ambientali che spesso fluttua tra i due poli; tali stimoli possono essere di natura uditiva, olfattiva e tattile. Conseguentemente una persona autistica può annusare, ricercare il contatto in maniera eccessiva, fino all'autolesione, oppure può rifiutare le fonti di rumori, di odori e di contatti.
Temple Grandin (1994) racconta, ad esempio, di non tollerare l'abbraccio di altre persone a causa della sensazione di oppressione che questo le suscita e che innesca in lei una reazione di fuga.
In alcuni casi, come ci viene suggerito, può essere utile lasciare che sia la persona autistica ad iniziare il contatto, poiché in tal modo ha il tempo di percepire ed elaborare le sensazioni da esso derivanti.
- Ricerca di autostimolazione sensoriale specifica (Crispiani, 2002): la stessa Temple Grandin ha costruito una macchina da stretta per soddisfare il proprio desiderio e bisogno di sentirsi tenuta molto forte e che può regolare in base alle proprie necessità. Molti genitori raccontano che i propri figli hanno bisogno di infilarsi sotto i materassi, di arrotolarsi nelle coperte o di infilarsi in posti molto stretti (Grandin, 1995).
- Distorsioni percettive: ad esempio la profondità può essere percepita erroneamente oppure oggetti immobili possono essere percepiti in movimento.
- Sovraccarico percettivo (Crispiani, 2002): generalmente le situazioni caratterizzate da un eccesso di stimoli visivi, ad es. luoghi affollati o con immagini e luci molto stimolanti, o di stimoli uditivi, ad es. luoghi rumorosi o con suoni inconsueti o sgradevoli, possono suscitare disagio e insofferenza che possono dare luogo a reazioni di rabbia e di aggressività. Per questo motivo, tale aspetto viene tenuto molto in considerazione quando si strutturano gli ambienti di vita delle persone autistiche.
- Difficoltà nell'elaborare informazioni provenienti da più canali contemporaneamente.
- "Multichannel perception": per es. la percezione di un suono può anche provocare la visione di colori o la percezione di odori.
- Iperselettività degli stimoli: le persone autistiche hanno la tendenza a focalizzare l'attenzione su una fonte stimolante o su dettagli o aspetti insoliti e irrilevanti di uno stimolo, trascurando l'insieme e il contesto.
- Forte abilità discriminativa visuo-spaziale (Crispiani, 2002): la tendenza a concentrarsi sui dettagli consente alla persona autistica di mostrare abilità percettive nello spazio, come la memoria di posizioni e forme, la discriminazione di immagini e forme, la capacità di costruire puzzles, incastri, ecc. Alcune persone autistiche utilizzano questa loro abilità anche in contesti lavorativi.
A questo punto si ritiene interessante considerare anche altri problemi che coinvolgono specificamente ciascuno dei cinque sensi:


TATTO
Il senso del tatto può essere caratterizzato da estrema sensibilità, ma allo stesso tempo può essere utilizzato in maniera più efficace di altri sensi per percepire il mondo esterno.
Rientra in questo ambito tutta la problematica relativa al contatto fisico di cui si è accennato in precedenza.
T. Grandin riferisce che lei, come altre persone affette da autismo, ha una pelle estremamente sensibile e questo le rende difficile tollerare le sensazioni derivanti dai vestiti appena indossati e abituarsi a questi, soprattutto se non sono realizzati in tessuti morbidi.
Alcuni non hanno consapevolezza dei loro confini corporei, cioè non riescono a capire dove finisce il loro corpo e dove comincia il mondo esterno; Donna Williams, ad esempio, racconta che riusciva a percepire solo una parte del proprio corpo per volta e che si dava colpi per capire dove fossero i propri confini corporei. Infatti, sono frequenti i comportamenti autolesionistici, come mordersi o colpirsi la testa, forse in parte ascrivibili a questa inadeguata percezione corporea, in parte legati a una ridotta sensibilità al dolore.


UDITO
Generalmente i suoni che disturbano maggiormente le persone autistiche sono striduli ed acuti come quelli prodotti da frullatori, aspirapolvere, trapani elettrici, seghe, ecc.
Alcune persone non tollerano i rumori della quotidianità; per qualcuno può essere insopportabile persino il rumore della pioggia o del sangue che scorre nelle proprie vene.
Naturalmente esistono differenze individuali e un suono che disturba una persona può essere piacevole per un'altra.
Inoltre è ipotizzabile che i problemi uditivi di comprensione possano essere alla base dei problemi di linguaggio.


VISTA
La vista può ugualmente prestarsi a distorsioni percettive.
Alcuni possono essere attratti da un certo tipo di colori, da oggetti in movimento, da particolari forme, mentre altri possono esserne spaventati.
Alcuni si comportano come se fossero ciechi quando si trovano in luoghi sconosciuti, altri hanno momenti in cui vedono tutto bianco o tutto nero, altri ancora manifestano problemi nella percezione dell'illuminazione fluorescente.
Inoltre, si riscontrano difficoltà nello stabilire il contatto oculare o nel riconoscere le espressioni facciali e tale limite sembra ascrivibile a specifici deficit funzionali in un'area cerebrale (area fusiforme lobo temporo - ventrale), e ha importanti implicazioni in ambito sociale.


OLFATTO E GUSTO
Le persone autistiche amano annusare gli oggetti e sembra che traggano informazioni attendibili sull'ambiente.
Molti hanno problemi con l'alimentazione perché mangiano solo alcuni tipi di cibo e non altri. Tutto ciò può essere collegato al fatto che non tollerano la consistenza, l'odore, il sapore o il suono di certi cibi in bocca.

Come si evince da questo elenco, le anormalità sensoriali possono, di conseguenza, generare elevati livelli di angoscia, paura, ansia, condizionando negativamente la vita quotidiana e il funzionamento sociale delle persone autistiche. Inoltre, come abbiamo già detto, esistono differenze individuali e ciò che può risultare fastidioso per una persona, può essere indifferente o addirittura piacevole per un'altra, e la stessa persona può essere infastidita da una serie di stimoli, mentre può ricercarne altri, anche in maniera eccessiva, come fonte di piacere e di sicurezza.
Per promuovere un più efficace adattamento del soggetto agli stimoli dell'ambiente esterno e favorire lo sviluppo di abilità più complesse, negli Anni Settanta negli Stati Uniti, Ayres concettualizza l'approccio dell'Integrazione Sensoriale, successivamente rivisto da Bundy e Murray (2002) e contemporaneamente in Europa si sviluppa l'approccio della Stimolazione Basale ideato da Frolich negli Anni Settanta.
Tuttavia O'Neill e Jones (1997), già citati in precedenza, sono consapevoli dei limiti dei resoconti autobiografici e perciò considerano necessario valutarli criticamente e citano una serie di studi effettuati per ricercare la presenza, la gamma e l'incidenza dei disturbi sensoriali nelle persone autistiche.
Da queste ricerche, che utilizzano frequentemente i "report" dei genitori, si evince che le esperienze senso-percettive, di cui le persone autistiche ci parlano, hanno un fondamento di realtà.
Ornitz, Guthrie e Farley (1977,1978), utilizzando resoconti di genitori, hanno trovato che prima dei sei anni di età erano presenti "disturbi della modulazione sensoriale e della motilità" in circa il 70% dei bambini autistici;
Volkmar, Cohen e Paul (1986), utilizzando lo stesso strumento con un campione indipendente di bambini hanno ottenuto gli stessi risultati.
Secondo O'Neill e Jones (1997) esistono molte prove della presenza di risposte sensoriali insolite in età precoce oltre al fatto che la loro precocità d'esordio possa indirizzare l'orientamento e il sospetto diagnostico.
Ornitz (1989) sulla base dell'osservazione clinica ha concluso che la maggior parte dei bambini autistici in età prescolare mostra sia un'ipo che un'iperreattività agli stimoli sensoriali e alcuni mostrano una predominanza dell'una sull'altra.
Bettison (1994), somministrando un questionario a genitori di bambini autistici per valutare le reazioni uditive, ha rilevato che il 65% di questi genitori riportavano reazioni di angoscia dei loro bambini in presenza di alcuni suoni. Inoltre ha riscontrato differenze individuali nella sensibilità ai suoni.
Alcuni autori (Dawson, 1983; Ornitz et al., 1978; Wing e Attwood, 1987) hanno trovato una correlazione positiva tra insolite reazioni agli stimoli sensoriali e l'indifferenza sociale; in particolare Wing e Attwood (1987) hanno riscontrato le reazioni insolite più frequenti e più marcate nella tipologia sociale da loro categorizzata come "aloof", cioè distaccata socialmente, soprattutto nei primi anni di vita.
Appare pertanto conseguente ipotizzare, come già faceva Freud nel 1920, che il distacco sociale possa essere una forma di ritiro rispetto ad un sovraccarico di stimoli.
Inoltre, sono stati realizzati una serie di studi per stabilire se le anormalità sensoriali sono caratteristiche tipiche solo dei Disturbi dello Spettro Autistico o sono presenti anche in altre patologie:
- Dahlgren e Gillberg (1989) in uno studio realizzato utilizzando un questionario retrospettivo hanno confrontato tre gruppi: bambini autistici, bambini normali e bambini con ritardo mentale. Hanno trovato che, accanto alle anormalità sociali, comunicative e comportamentali, le risposte anormali alla stimolazione sensoriale differenziavano fortemente i bambini autistici dagli altri due gruppi.
- Altri studi (Lord, Rutter e Le Couter, 1994; Lord, Storoschuk, Rutter e Pickles, 1993; Wing e Gould, 1979) basati su questionari somministrati ai genitori che hanno confrontato bambini con Autismo a quelli con altre disabilità, hanno riportato alcune caratteristiche peculiari, tuttavia il grado di differenza risulta inferiore rispetto agli studi che utilizzano gruppi di confronto correlati per età.
Viceversa, altre ricerche hanno dimostrato che alcuni gruppi clinici mostrano risposte sensoriali abbastanza simili a quelle presenti in persone affette da Disturbi dello Spettro Autistico:
- Wing e Gould (1979) hanno trovato che non solo i bambini con Autismo ma anche bambini ciechi e sordi presentano percentuali elevate di sintomi sensoriali nei questionari dei genitori.
- Miller, Reisman, Mc Intosh e Simon (2001) hanno riscontrato elevate percentuali in tre gruppi clinici di bambini: bambini con Sindrome dell'X Fragile, bambini con Disturbo della Regolazione sensoriale e bambini con Autismo, confrontati con bambini a sviluppo normale di età media di 8,5 anni.
Tuttavia è opportuno ricordare che anche l'utilizzo dei "report" dei genitori ha dei limiti, dal momento che questi possono essere influenzati inconsciamente nelle loro risposte dalle conoscenze che hanno sul deficit. Per questo motivo secondo O'Neill e Jones sono ancora necessarie ulteriori ricerche che sfruttino sofisticate tecniche di indagine per ampliare le nostre conoscenze sul significato di questi fenomeni senso-percettivi.
 

 



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Redazione a cura di Clara Turchi