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Caratteristiche cliniche Neuropsicologiche




 
Riadattato da Visconti, P. et al. (2004) Sindromi autistiche e ritardo mentale: quali correlazioni?. In R. Vianello, M. Mariotti, M. Serra (a cura di), Ritardo Mentale e Autismo, Edizioni Junior, pp. 61-70





 
Diversi sono i filoni di ricerca che a partire dagli anni '70 hanno cercato di spiegare le cause alla base di disfunzioni cognitive così peculiari riscontrate nei soggetti con Disturbo Generalizzato dello Sviluppo, quali deficit pragmatici, di comunicazione e sociali.
 
Le teorie neuropsicologiche sono scaturite da un filone di ricerca che evidenzia nei soggetti autistici carenze cognitive geneticamente determinate.
Questo tipo di pensiero afferma inoltre il concetto che vede nella cognizione (dal termine inglese "cognition") una facoltà mentale che permette all'individuo di adattarsi al proprio ambiente e di organizzarlo secondo i propri bisogni sulle base delle conoscenze che ha introiettato ( tramite "lapparato cognitivo": percezione, attenzione, memoria, etc.). E l'ambito sociale ed affettivo non possono essere disgiunti da questo processo, ma entrano a farne parte con un'integrazione continua.
 
La mancanza di una Teoria della mente (Baron-Cohen et al, 1985), il Deficit di Coerenza Centrale (Frith, Happè, 1994) ed il Deficit nelle Funzioni Esecutive (Ozonoff, 1995) rappresentano le teorie più accreditate per il maggior numero di studi sperimentali e verosimilmente nessuna di queste risulta predominante sulle altre ma possono concorrere ai deficit peculiari del Disturbo Autistico.
 
Nel caso del "Deficit della Teoria della Mente" sarebbe predominante un'incapacità ad attribuire a sé e ad altri stati mentali, con conseguente difficoltà a distinguere stati mentali (desideri, credenze, immaginazione) altrui, mentre sarebbe conservata la percezione fisica del mondo esterno. I bambini Autistici possono essere pertanto considerati dei veri e propri " Ciechi Sociali".
Per quanto riguarda la teoria del "Deficit di Coerenza Centrale" sarebbe carente la capacità di integrare informazioni differenti a differenti livelli, e non verrebbe data priorità alla comprensione del significato. Da qui discendono le difficoltà a livello di generalizzazione, di percezione e di attenzione, mentre viene incentivata la loro capacità a cogliere i dettagli, con il risultato di "percepire preferenzialmente un mondo frammentato".
 
Le Funzioni Esecutive controllate primariamente dal lobo frontale riguardano comportamenti quali: pianificazione degli obiettivi, il controllo degli impulsi, l'inibizione di risposte predominanti ma inappropriate, l'organizzazione nella ricerca e la flessibilità di pensiero e di azione. Il comportamento dei bambini autistici rigido ed inflessibile, la loro perseverazione su un compito, i loro interessi stereotipati e la loro difficoltà a pianificare un'azione rappresentano l'espressione di questo deficit.

 



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Redazione a cura di Clara Turchi