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ANIMAL ASSISTED THERAPY

Sintesi a cura del Gruppo di Redazione

 

 

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 a cura di José Jorge Chade,
 Professore Ufficiale, Cattedra di Pedagogia Speciale,
Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna

 

Che cos’è e cosa si propone
Pet therapy, o meglio definita Terapia o Attività Assistita dagli Animali, è un trattamento che si rivolge alle persone di ogni età che desiderano migliorare la qualità della loro vita attraverso l’interazione con gli animali. Non è un tipo di cura medica e può essere affiancata ad altre terapie per cercare di migliorare l’esistenza dell’utente nelle condizioni socio-sanitarie già esistenti. In specifico per quanto riguarda l’Attività Assistita dagli Animali (A.A.A.) le finalità sono principalmente di educazione, motivazione e ricreazione, per quanto riguarda i programmi di Terapia Assistita dagli Animali (A.A.T.) le finalità sono più specifiche.

 

Su cosa si basa
Il principio della Pet Therapy si basa sull’utilizzo del rapporto speciale che si crea tra la persona e l’animale. Tali contatti riescono a facilitare il rapporto con il terapeuta o con chi aiuta il soggetto, rendono la situazione meno stressante, facilitano il movimento e il dialogo. Inoltre un grande aiuto a questo viene fornito dal fatto di trovarsi in un ambiente demedicalizzato: la natura, l’aria aperta (l’habitat naturale dell’animale) costituisce sicuramente una spinta motivazionale maggiore a fare qualcosa.

 

Come viene applicato
Gli animali utilizzati nei programmi di Pet therapy sono diversi e diversi sono gli obiettivi da raggiungere a seconda che si parli di Attività o Terapia Assistita dagli Animali. L’animale svolge la funzione di catalizzatore, in quanto stimola la socializzazione, facilita la stimolazione mentale, la capacità di identificarsi con l’altro e il superamento dell’egocentrismo, favorisce il contatto fisico a bambini e adulti che non lo sopportano, il rilassamento e la riduzione dello stress.

 

Chi lo pratica, in quali contesti
Per quanto riguarda le A.A.A. accanto  a un esperto in questo settore, formato presso l’Istituto Zooprofilattico dell’Abruzzo e Molise, operano prevalentemente volontari con buona conoscenza degli animali e delle patologie con le quali si lavora; indispensabile è la presenza del  veterinario che assicura la buona salute fisica e psicologica dell’animale.
Per quanto riguarda le A.A.T. ci si avvale di esperti in vari settori a seconda dell’animale, dell’attività che si svolge e soprattutto dell’utenza a cui si rivolgono. A parte le figure già descritte per le A.A.A. è necessario uno specialista in comportamento animale che possa capire e prevedere tutti i movimenti di quest’ultimo per salvaguardare la sicurezza dell’utente; per quanto riguarda in particolare il cane è molto utile anche un addestratore. E’ indispensabile che ci siano anche un pedagogista e un medico a seguire l’attività, che a seconda del paziente sarà uno psicologo o un fisioterapista.
Il lavoro d’equipe è necessario per far si che i diversi punti di vista degli specialisti e il continuo dialogo tra loro crei sempre una situazione ben programmata sia per gli animali sia per gli utenti.
Le attività con gli animali possono essere progettate in molti luoghi ?sociali? come scuole, ospedali, carceri, case di riposo per anziani, centri di riabilitazione sociale, centri per disabili e istituti per minori.

 

Chi lo ha elaborato, in quale anno, in quale paese, in quale ambito
Si può trovare traccia dell’utilizzo degli animali come "guaritori" sin dall’epoca avanti Cristo.
I pionieri della Pet Therapy sono fondamentalmente tre: Levinson, Corson e Friedmann. Nel 1953 B. Levinson, psicoterapeuta infantile, scoprì fortuitamente il benefico effetto che aveva la compagnia di un cane su un bambino autistico, inoltre fu il primo ad utilizzare il termine Pet Therapy nel suo libro "The dog as co-therapist". Partendo dalla teorie di Levinson nel 1973 i coniugi Corson elaborarono la "Pet facilited therapy" applicandola a pazienti adulti affetti da disturbi mentali. A partire dal 1977 diversi studi di E. Friedmann dimostrarono una correlazione positiva tra la sopravvivenza di una persona che aveva avuto problemi cardiaci e il possesso di un animale, infatti chi soffriva di ipertensione e aveva avuto infarti, ma possedeva un animale da compagnia, sopravviveva di più di chi a pari condizioni non aveva un "pet", ossia un animale da affezione.

 

A chi è stato rivolto / Per quale fascia d’età
E’ rivolto a persone di ogni età sia in situazione di handicap che non.

 

Valutazione degli effetti in diversi contesti
All’interno della scuola la presenza di un animale aiuta tutti i bambini, normodotati e non, a imparare a relazionarsi con gli altri, offre uno spunto per nuove conoscenze, perché diventa un pretesto per l’apprendimento di nozioni di storia, geografia, fisiologia, protezione della natura, stimola la conversazione, rilassa, responsabilizza e favorisce l’integrazione nel gruppo.
All’interno di Istituti per minori, con bambini che certo non hanno avuto un’infanzia serena e piacevole, un animale può aiutare a colmare i vuoti affettivi, diventare un confidente, il rapporto con questo può ridare il sorriso al bambino, la capacità di relazionarsi con gli altri e di uscire dal guscio.
All’interno delle case di riposo per anziani, dove la persona si sente "abbandonata" e "inutile", l’animale diventa il compagno ideale. Prendersi cura di un animale da compagnia ripristina in modo simbolico il sentimento di cura e protezione che l’anziano ha perso con il distacco dalla parentela, un animale può riempire i tempi morti, spezza la monotonia e fornisce nuovi argomenti di dialogo tra paziente e operatori, ma anche tra anziani stessi. Infine un cane è il mezzo migliore per non lasciare che il corpo invecchi troppo in fretta: i suoi bisogni vanno soddisfatti, quindi il padrone si dovrà lasciar trascinare all’aria aperta tutti i giorni per una breve passeggiata.
All’interno degli Ospedali la presenza di un animale allegro e buffo può ridare un po’ di buon umore ai degenti. La partecipazione di un animale alla vita quotidiana dei pazienti può risollevare il morale, mantenere vivi gli interessi, favorire il dialogo e accendere la motivazione.
All’interno dei centri per Disabili le attività e le modalità di applicazione della Pet Therapy sono molto diverse a seconda dell’utenza: ci si può trovare di fronte a persone che non hanno la possibilità di muoversi, di parlare, oppure persone con lieve ritardo mentale o ragazzini autistici. Ognuna di queste persone ha delle abilità che devono essere continuamente sollecitate per non essere perse, l’animale e la sua cura stimolano in modo sereno e senza forzature; in questo modo viene favorita l’autonomia, l’autostima e lo sviluppo personale. Un rapporto sereno con un animale può aprire una nuova via di comunicazione tra utente e operatore; attraverso la relazione con il cane ad esempio, la persona disabile può riuscire finalmente a comunicare qualcosa. Infatti, lo stato di grave handicap spesso induce all’isolamento a causa delle grandissime difficoltà di comunicazione, questo può portare a un peggioramento della relazione nel caso in cui la persona disabile venga disabituata a interagire, perché ritenuta incapace.

 

Ripercussioni in ambito familiare, scolastico o altro
Si possono elencare effetti a carico di diverso ambiti: Divertimento, Socializzazione, Stimolazione Mentale, Empatia, Focalizzare l’attenzione all’Esterno, Prendersi cura di un altro essere vivente, Relazione, Accettazione, Contatto Fisico, Movimento, Benefici Fisiologici.

 

Costi
I costi variano a secondo dell’attività, ma non si tratta di costi alti.

 


 

BIBLIOGRAFIA

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