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DISTURBO PERVASIVO DELLO SVILUPPO NON ALTRIMENTI SPECIFICATO (INCLUSO L’AUTISMO ATIPICO)


Questa categoria dovrebbe essere usata quando vi è una grave e generalizzata compromissione dello sviluppo dell’interazione sociale reciproca associata con una compromissione della capacità di comunicazione verbali o non verbali o con la presenza di comportamento, interessi o attività stereotipati, ma non risultano soddisfatti i criteri per uno specifico Disturbo Pervasivo dello Sviluppo, la Schizofrenia, il Disturbo Schizotipico di Personalità o il Disturbo di Evitamento di Personalità. Per es., questa categoria include l’”autismo atipico”- quadri che non soddisfano i criteri per il Disturbo Autistico per l’età tardiva di insorgenza, la sintomatologia atipica o subliminare, o per tutti questi motivi insieme.

 

Il Disturbo autistico nei piccoli: il Disturbo Multisistemico (classificazione ampiamente utilizzata ma non ancora validata a livello scientifico internazionale)
L’incertezza diagnostica che riguarda il bambino piccolo è tale che addirittura è stata proposta una classificazione 0-3 (Zero-to-three National Center for Clinical Infant Programs, 1997) dove viene concettualizzata la categoria di Disturbo Multisistemico di Sviluppo. Il tentativo è quello di avere a disposizione per i piccoli un inquadramento clinico più articolato di Disturbo Generalizzato dello Sviluppo Non Altrimenti Specificato (DGS-NAS o PDD-NOS) e più aperto e possibilista in senso prognostico rispetto alla diagnosi di Disturbo Autistico.
Bambini fino ai tre-quattro anni con svariati, ma marcati disturbi del linguaggio e della comunicazione, associati a problemi relazionali ed emotivi, possono non rientrare appieno nei quadri di PDD  e/o presentare quadri non fissi con graduali e favorevoli cambiamenti nel tempo. Tale inquadramento diagnostico permette di tenere nella dovuta considerazione queste situazioni meno definite ed in un prossimo futuro, con studi  controllati, fornirci eventualmente indicazioni sia in senso prognostico che di trattamento. 
I Disturbi Multisistemici di Sviluppo rappresentano pertanto un concetto di categoria nettamente diversificata rispetto al Disturbo Autistico: “la difficoltà di relazione non è considerata un deficit permanente e relativamente fisso ma viene riconosciuta la sua apertura al cambiamento e alla crescita” (p.40, Classificazione 0-3)

 

Per un bambino piccolo in cui lo sviluppo è rapido, mutevole e potenzialmente flessibile può infatti essere importante offrire alternative diagnostiche, oltre a dare ai genitori maggiori possibilità di coinvolgimento in senso di carica emotiva sia per la presentazione di un quadro “aperto” che rispetto all’intervento.
Questo tipo di diagnosi va preso in considerazione quando vengono osservate, anche solo in un contesto fra le varie sedi di valutazione, capacità di entrare in relazione con altri e di possedere alcuni dei prerequisiti della comunicazione attinenti l’area dell’intersoggettività.

 

Più dettagliatamente le caratteristiche che definiscono il Disturbo Multisistemico di Sviluppo (MSDD) sono:

1. Disturbo significativo, ma non assenza completa, della capacità di entrare in relazione emotiva e sociale con i genitori.
2. Disturbo significativo nella capacità di formare, mantenere e/o sviluppare una comunicazione di qualsiasi tipo essa sia.
3. Disfunzione significativa nell’elaborazione delle informazioni uditive e di tutte le altre sensazioni  (visuo-spaziali, tattili, etc.).

 

Tali difficoltà si possono manifestare in modi differenti ed al fine di aiutare l’indagine clinica sono stati proposti tre pattern:

 

Pattern A
Quasi totale assenza di coinvolgimento nella relazione; grande quantità di autostimolazione; iporeattività alle sensazioni; difficoltà di pianificazione motoria.

 

Pattern B
Capacità di relazione intermittente e gesti intenzionali semplici; affettività accessibile ma fugace; piacere nelle attività ripetitive e di perseverazione; reazioni estreme ai cambiamenti; pattern di evitamento intenzionale per controllare la quantità di input sensoriali ed affettivi che questi bambini non sono in grado di sostenere.

 

Pattern C
Senso di relazione più consistente, “isole” di affetti piacevoli e profondi; in maniera intermittente gesti sociali e comportamenti interattivi; atteggiamento perseverativo con gli oggetti, ma possibilità di entrare nel loro gioco; iperreattività alla sensazione; parole o frasi stereotipate.
Alternativamente, in caso di necessità di utilizzo di criteri diagnostici validati e uniformi, questa diagnosi può essere convertita nella categoria diagnostica del DSM-IV: Disturbo Pervasivo dello Sviluppo Non altrimenti Specificato. 

 

Quest’ultima parte è tratta da Visconti P. ( 2003), La terapia di Scambio e di Sviluppo. In M. Formica (a cura di), Trattato di Neurologia Riabilitativa, Cuzzolin Editore, pp.987-1016

 



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Redazione a cura di Clara Turchi